Per la Mappatura dei Rischi non è Necessario Individuare le Specifiche Fattispecie di Reato

Per la Mappatura dei Rischi non è Necessario Individuare le Specifiche Fattispecie di Reato

Per la Mappatura dei Rischi non è Necessario Individuare le Specifiche Fattispecie di Reato. Di AQM.

E’ un luogo comune sostenere che un’efficace mappatura dei rischi richieda  il supporto di un Legale per l’inquadramento delle singole fattispecie di reato d’interesse per la propria azienda. Purtroppo, dalla  navigazione su internet, visionando i Modelli 231 pubblicati sui siti aziendali, possiamo constatare la presenza di molteplici pagine della documentazione del Modello stesso dedicate all’illustrazione delle singole fattispecie di reato. Inoltre, dai documenti di mappatura dei rischi da me esaminati ho avuto conferma di un’analisi molto spinta sulla caratterizzazione delle singole fattispecie.

A parte la difficoltà di lettura e di comprensione dell’articolato   per chiunque non sia esperto di diritto, ma abbia invece necessità di comprendere quali siano i fattori di incidenza dei rischi di reato sulle specifiche attività della propria azienda,   mi risultano incomprensibili le ragioni alla base dell’indicazione dell’articolato del codice e delle relazioni tra singole fattispecie di reato e attività sensibili nella mappatura dei rischi.

La rilevazione, l’analisi e la ponderazione dei rischi sono oggetto di valutazioni squisitamente organizzative che non richiedono l’approfondimento giuridico nei termini sopra indicati. A cosa serve, valutando, ad esempio, la proceduralizzazione di tutte le operazioni sul capitale sociale ed i relativi punti di controllo preventivo,    distinguere tra “formazione fittizia del capitale” e “illegale ripartizione degli utili e delle riserve”, quando la vera esigenza è strutturare corretti rapporti con i Sindaci, forme adeguate di autocertificazione degli Amministratori e dei responsabili della contabilità,  efficaci flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza?

Ancora,  quale valore aggiunto può derivare dalla distinzione tra “concussione” e “induzione indebita a dare o promettere utilità” nei confronti di un funzionario pubblico, quando l’esigenza è regolamentare le assunzioni di personale, la dazione di omaggi o l’affidamento di incarichi professionali, per citare attività sensibili comuni a tutte le aziende, secondo un sistema di gestione delle autorizzazioni aziendali e delle relazioni esterne che permetta di prevenire favoritismi indebiti?

Nel valutare l’esposizione di alcune attività ai possibili comportamenti illegali è sufficiente associare questa attività alla semplice tipologia di reato, nei casi citati  “reati sociali” e “reati verso la Pubblica Amministrazione”.

La questione non va considerata come un fatto puramente nominalistico, ma piuttosto come un’esigenza comunicativa. Appesantire la documentazione del Modello 231 con inutili distinzioni giuridiche ne rende poco efficace la sua comprensione. La migliore fruibilità del Modello rappresenta un elemento fondamentale della sua idoneità ed efficacia e gli aspetti comunicativi ed informativi, come peraltro indicato dalla stessa giurisprudenza, richiedono particolare attenzione.

Se vogliamo che il documento descrittivo del Modello 231sia letto e noto a tutti, è preferibile evitare ogni genere di connotazione superflua in sede organizzativa.

Il consiglio è di rinviare le giuste e significative distinzioni giuridiche al momento in cui debbano necessariamente servire per la propria difesa in giudizio, privilegiando  la semplicità e la linearità dell’esposizione  nella  fase di valutazione e di informazione sulla prevenzione dei reati.

I  SERVIZI  OFFERTI DA AQM

  1. Revisione del sistema di gestione per la qualità per adeguarlo alla nuova norma ISO 9001:2015.
  2. Servizio di rilevazione, analisi e valutazione dei rischi operativi comprensivo di:
    • mappatura dei rischi;
    • riesami trimestrali sullo stato di gestione dei rischi del SQ tramite metodologie di self-assessment, verifica delle non conformità e proposte di azioni corretti;
    • esecuzione di audit interni annuali del SQ presso la sede aziendale.
  3. Redazione/aggiornamento dei Protocolli del Modello 231 integrati nel SQ;
  4. Individuazione dei criteri di composizione e selezione dei componenti dell’Organismo di Vigilanza.
  5. Interventi di revisione del processo di gestione dei rischi/ del sistema di gestione per la qualità e del Modello 231 in presenza di modifiche significative apportate al sistema organizzativo e produttivo, ovvero di modifiche legislative.

 

La metodologia di “self Assessment” proposta da AQM permette di conseguire  i seguenti vantaggi:

  • la mappatura dei rischi operativi necessaria per l’adeguamento del sistema di gestione per la qualità non comporterebbe alcun costo;
  • il riesame del sistema di gestione verrebbe effettuato trimestralmente tramite le verifiche periodiche curate da AQM che consentirebbero di eseguire con tempestività  le azioni correttive, garantendo un effettivo miglioramento continuo;
  • il costo degli audit interni verrebbe assorbito dal costo complessivo del servizio fornito da AQM;
  • anche il costo  dell’Organismo di Vigilanza si ridurrebbe sensibilmente.

 

Per informazioni e chiarimenti rivolgersi a Nadia Zilio
nadiazilio@aqm.it
tel. 030 9291780

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